Galleggio

Non riesco a chiudere eppure la chiave è quella giusta: grande, di ferro ed entra nella serratura. 

Ma non gira, non sento quel click clack meccanico che divide stanze che a volte custodisce segreti e altre volte scopre misteri. 
Tutto quello che mi fa stare bene è al di qua e al di là di questa porta che credo resterà aperta. 

Un giorno ho visto un uomo appeso per un piede a testa in giù con le mani legate. Il corpo fermo come una statua che oscillava piano da una parte all’altra come se stesse galleggiando in un mare di cielo celeste. Il suo viso era calmo e dalla sua bocca traspariva un sorriso, aspettava qualcosa forse qualcuno ma nel frattempo fluttuava in pace con il mondo. 

Da quel giorno ho iniziato a galleggiare anche io e lo faccio ogni volta che qualcosa si rompe, che non si chiude o non si apre o quando qualcuno che non c’è mi manca tanto. 

Galleggio. 


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